Le Amministrazioni Locali sono le Istituzioni più prossime alle Comunità e ai Territori. Il calo dell’affluenza, a cui abbiamo assistito il 3 e 4 Ottobre, non ha nulla di fisiologico, ma riflette un gap caratterizzato da insicurezze e aspettative dei Cittadini, che considerano la Politica pubblica, le sue decisioni e le sue risorse, “affar loro”. Qualcosa di talmente distante e di interesse “dei pochi” da creare disaffezione. Gli aventi diritto al voto, che scelgono di non esercitarlo, rilevano la crisi di legittimità dell’istituto della Democrazia. La questione si ripercuote anche sul piano della modifica del modello di sviluppo, che sta pregiudicando l’Ambiente e la qualità sociale: senza una partecipazione consapevole e informata non si può andare oltre. È necessario il coinvolgimento e l’interesse dei Cittadini. In questo modo la necessaria Conversione Ecologica e la stessa Transizione Energetica si apprestano ad essere segnate dal greenwashing e c’è il rischio di accontentarsi, giocando al ribasso, come nel caso del Nucleare, che ritorna ad essere proposto come energia pulita.

Il risultato dei Verdi è altro sintomo di questo vicolo cieco: è stato deludente e residuale, connotato dall’assenza di iniziativa, visione e proposta. È un “vecchio modo di fare” di facciata, che si scontra con la presenza attiva di Greta Thunberg e di decine di migliaia di Giovani, che hanno occupato con le loro sollecitazioni le piazze, le sedi ufficiali e ogni tipo di media nella settimana precedente il voto. Questa forza che parte “dal basso” sollecita una nuova azione efficace, senza subalternità alcuna.

Non c’è, tuttavia, soltanto l’afasia ecologista e riformista. Ci sono azioni concrete e ben precise: sono in campo la Citizen Initiative Europea, una “Direttiva Europea di iniziativa popolare”, che impegnerà Parlamento e Commissione sulla proposta di una tassazione europea omogenea per i combustibili di origine fossile, i referendum su Fine Vita e Giustizia, il ricorso al Consiglio di Stato sull’Accordo per gli ex scali delle Ferrovie dello Stato, il ricorso sulla incostituzionale legge elettorale nazionale. Tutto questo è in sintonia con una conversione ecologica, che non conosce scorciatoie, ma richiede la connessione di competenze ed esperienze, nonché la condivisione di proposte efficaci.

Per tutti questi motivi Patto Ecologista Riformista (PER) si propone come rete per federare Amministratori Locali, Comitati e Associazioni, capaci di condividere in modo partecipato le buone pratiche e le buone proposte, attraverso azioni capaci di interessare la Società Civile e i vari livelli istituzionali, sia locali che europei. O si cambiano il modello di sviluppo e le pratiche democratiche o i soldi europei di oggi saranno la zavorra di domani.