In questi giorni si stanno susseguendo fake news a proposito del Superbonus.Il Decreto Rilancio previsto per gli interventi di efficientamento energetico, con conseguente detrazione del 110% dei costi sostenuti nei successivi 5 anni fa discutere sempre di più, proprio per la scarsità di conoscenza della materia.

Molti media continuano a ribadire che i fondi del Superbonus sono finiti perchè i lavori ammessi ammontavano a 33,7 miliardi, ma i soldi stanziati erano solo 33,3 miliardi. Pochi sanno tuttavia che il bonus 110 si basa su detrazioni fiscali e non viene direttamente rimborsato, motivo per cui non esistono limiti di finanziamento, i 33,3 miliardi sono solo la copertura finanziaria stabilita nel Decreto Rilancio e non prevede un blocco dell’incentivo. Insomma chi ha cominciato i lavori di ristrutturazione, approvati, al massimo avrà ritardi nei flussi di cessione crediti con le banche. Il discorso cambia per chi attende l’ok della banca, perchè è necessario attendere aggiornamenti delle normative (nel mentre o si rescinde il contratto o il privato comunica all’impresa il non avvio dei lavori).

Un altro problema sono le notizie secondo cui il Supebonus genera ritorni economici inferiori alla spesa, ma l’Enea, ha mostrato, dati alla mano, che a fine Giugno gli investimenti ammessi al 110% toccava i 35,2 miliardi di euro e le detrazioni a carico dello Stato i 38,7 miliardi. C’è da considerare anche che gli investimenti hanno portato un aumento di occupazione nel settore delle costruzioni di 634mila unità, con 483mila famiglie di reddito medio-basso (sotto i 1.800 euro) che hanno potuto accedere alla riqualificazione energetica a costo zero.

Anche le scadenze hanno creato panico: entro il 30 Giugno 2022 dovevano essere completati il 30% dei lavori delle abitazioni unifamiliari. Mancanza di materie prime e aggiornamenti normativi hanno cambiato la situazione: grazie al DL Aiuti del 15 Luglio sono stati prorogati i termini fino al 30 Settembre 2022 ( si può ottenere il Superbonus sulle spese sostenute entro il 31 Dicembre 2022 e nel computo del 30% sono compresi i lavori non agevolati con il Superbonus).

Da considerare c’è anche l’Agenzia delle Entrate che ha chiarito che l’agevolazione è valida per le spese sostenute entro il:

-30 giugno 2022 dalle associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte nell’apposito registro (articolo 5, comma 2, lettera c), Dlgs n. 242/1999), limitatamente ai lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi. Per tali enti infatti non è stata prevista alcuna proroga;

-30 settembre 2022 per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, ovvero per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo, nel cui computo possono essere compresi anche i lavori non agevolati;

-30 giugno 2023 dagli Iacp comunque denominati nonché dagli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti istituti, istituiti nella forma di società, che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di “in house providing”, per gli interventi di risparmio energetico e dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa ovvero per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, a condizione che al 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60%o dell’intervento complessivo;

-31 dicembre 2025 dalle Onlus, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale, iscritte negli appositi registri;

-31 dicembre 2025 dalle persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione, per interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche, con una progressiva diminuzione della percentuale di detrazione (110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023; 70% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024; 65% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025);

-31 dicembre 2025 dai condomìni, con una progressiva diminuzione della percentuale di detrazione (110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023; 70% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2024; 65% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025).

Le percentuali di detrazione cambieranno e il 110% sarà disponibile per tutto il 2023. Dal 2024 la detrazione scenderà al 70% e l’anno successivo al 65%. Probabilmente il bonus cesserà di esistere nel 2025.

Si parla molto anche delle truffe messe in atto grazie al bonus, ma l’Agenzia delle entrate nella relazione del direttore Ernesto Maria Ruffini del 10 Febbraio alla Commissione bilancio del Senato, ha mostrato che solo il 3 per cento delle frodi si può attribuire al Superbonus.

Viste le voci molti istituti bancari e anche le ditte appaltatrici sono titubanti nell’anticipare il credito, ma uno sblocco dei crediti sembra possibile grazie al Decreto Aiuti che prevede che la cessione del credito possa essere effettuata verso tutti i soggetti diversi dalle persone fisiche, quindi anche piccole imprese o Partite IVA. La condizione è che chi acquista il credito dalla banca sia titolare di un conto corrente con la banca stessa.

Le normativa ora prevede:

–prima cessione sempre libera, ossia possibile nei confronti di qualunque soggetto interessato, sia da parte dei committenti sia da parte dei fornitori che hanno applicato lo sconto in fattura;

-seconda cessione da parte di chi ha acquistato il credito da un committente o da un fornitore solo all’interno del sistema degli operatori qualificati, vale a dire banche e intermediari finanziari iscritti all’albo, società appartenenti a un gruppo bancario, imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia, con possibilità di una ulteriore cessione sempre nei confronti degli operatori “qualificati”;

-terza cessione solo nei confronti degli operatori qualificati, senza possibilità di ulteriori cessioni;

–cessione “libera” per le banche e le società appartenenti ad un gruppo bancario, che possono cedere in qualunque momento i crediti a propri correntisti clienti professionali privati, obbligati però ad utilizzare il credito solo in compensazione.

–la quarta cessione, ovvero quella verso soggetti diversi dalle banche, è possibile solo relativamente a ristrutturazioni edilizie agevolate nell’ambito delle quali la prima operazione di cessione è stata effettuata successivamente al primo maggio. Tutte le operazioni precedenti continuano ad applicare le vecchie regole, in base al quali si possono effettuare al massimo tre cessioni, la prima libera e le altre due esclusivamente verso le banche.

Consideriamo poi la retroattività che si applica anche a crediti inseriti nella piattaforma prima dell’entrata in vigore della legge di conversione del DL Aiuti, ossia un credito bloccato ha più possibilità di sbloccarsi grazia all’allargamento della platea di potenziali acquirenti se la banca è d’accordo.

Infine non vi è alcun caro-materiali correlato al Superbonus: come dice Antonio D’Intino il presidente ANCE Abruzzo e ANCE Chieti Pescara “il caro-materiali è un fenomeno geopolitico internazionale con intensità differenziata, e l’Italia si colloca tra quelli più virtuosi, anche nel primo trimestre 2022. Lo stato attuale dei cantieri, con monitoraggio a cura di ENEA e del Ministero della Transizione Ecologica ci parla di un sistema in fermento, al 31 maggio 2022,in Italia, ci sono circa 170.000 cantieri edili di Superbonus aperti per 30 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione. Stiamo parlando di oltre l’1% del PIL, il 4% con i settori collegati. In Abruzzo, al 31 maggio, si rilevano 4.800 interventi con 1 miliardo di euro di lavori ammessi a detrazione e 672 milioni di investimenti per lavori conclusi. A fronte di questi dati, non ci faremo scoraggiare da eccesso di burocrazia e falsi problemi, continueremo a cercare un confronto serio ed obiettivo rispetto alle vere criticità per i bonus edilizi che sono la mancanza di certezza nel tempo e stabilità dello strumento di incentivazione. Chiediamo atti di responsabilità al Governo, chiediamo di essere messi in condizioni di lavorare a beneficio della ripresa economica e sociale, la nostra è una battaglia di civiltà per la certezza del diritto e per il rispetto che dobbiamo alle imprese che sono il motore dello sviluppo”.